San Vincenzo sorse agli inizi del Cinquecento come monastero femminile e con la sepoltura del corpo di Santa Caterina de’ Ricci sotto l’altare centrale, la chiesa venne promossa a basilica minore.
San Vincenzo è uno degli esempi della cultura tardo barocca; infatti si intrecciano in straordinaria armonia affreschi, stucchi, rilievi e altari.
Le pareti si intersecano con lesene concave all’abside e l’altare è marmoreo ornato dal rilievo in marmo bianco del Ticciati.
Nei rilievi di Ticciati e di Vincenzo Foggini, presenti sulle pareti, sono raffigurati i miracoli legati a Santa Caterina, mentre gli eleganti altari marmorei ospitano il Martirio di santa Caterina d'Alessandria, di Vincenzo Meucci, una cinquecentesca Natività di Michele delle Colombe e tele del Pucci.
In una cappellina è possibile ammirare il raffinato rilievo marmoreo quattrocentesco con la Madonna e il Bambino di Matteo Civitali.
L’occhio dell’osservatore cadrà anche sugli arredi lignei cinquecenteschi del coretto delle monache visibili da una grata.
La chiesa, inoltre ricorda con una targa la visita di Papa Giovanni Paolo II nel 1986.
Contiguo alla chiesa è il Monastero di San Vincenzo. Questo è un monastero di clausura fondato nel 1503 e notevolmente ampliato nella II metà del secolo.
Santa Caterina de’ Ricci entrò tredicenne nel monastero e lo spiritualizzò progressivamente, purificandolo da implicazioni politiche e sociali. Il monastero fu guidato a lungo dalla Santa e assunse una propria dimensione mistica.