Prato è città dalle tante culture che convivono, non senza contraddizioni e problemi, integrando saperi e stili di vita e formando un melting polt che da sempre la caratterizzano.
I forti flussi migratori sono legati a stretto filo con la vocazione imprenditoriale di Prato che in 60 anni ha raddoppiato i propri abitanti , dai 98.000 di fine anni ’50 ai quasi 200.000 di oggi.
Provenienti per lo più dai comuni limitrofi fino ai primi anni ’60, poi dalle regioni del Sud d’Italia, soprattutto Basilicata e Puglia, e infine a partire dagli anni ’80 da più di 124 paesi del mondo , uomini e donne si sono stabiliti a Prato , città che tra mille contraddizioni ha saputo accoglierli, evolvendo la propria identità e trasformandosi in un laboratorio di integrazione. Oggi solo un cittadino su due è nato a Prato, ben 33.000 provengono da altri paesi con un predominanza di cittadini di nazionalità cinese, quasi 19.000 residenti iscritti in anagrafe.
La presenza di una grande comunità cinese, insediata soprattutto nella zona chiamata Macrolotto Zero ma ormai diffusa in altre zone della città, è un elemento di forte caratterizzazione della città, non solo per la rilevanza della presenza , quasi un cittadino su dieci è di nazionalità cinese, ma per la peculiarità dell’insediamento.
La grande maggioranza dei cittadini cinesi operano come imprenditori manifatturieri, soprattutto nelle confezioni e nel pronto moda ma anche in settori più tradizionali della filiera del tessile; le attività commerciali tipiche di altre città, sono diffuse ma per lo più a servizio della propria comunità.
Lo sviluppo dell’imprenditoria cinese ha creato sviluppo e occupazione ma con molte zone d’ombra; la frequente mancanza di rispetto delle regole non solo costituisce concorrenza sleale ma sfocia persino in tragedia quando a mancare sono gli elementi basilari di sicurezza sul lavoro.