Nel 1988 nasceva a Prato il primo centro dedicato all’arte contemporanea in Italia. Voluto dall’imprenditore Enrico Pecci e donato alla città in memoria del figlio Luigi, il Centro fu costituito con il supporto di numerosi soci fondatori, tra i quali il Comune di Prato, l’Unione industriali, la Cassa di Risparmio di Prato e una fitta schiera di privati cittadini, raro esempio italiano di collaborazione tra enti pubblici e mecenati privati.
La sua missione è stata quella di promuovere la sensibilità verso l’arte emergente —nazionale e internazionale— attraverso programmi di mostre temporanee, attività didattiche, di documentazione e informazione, spettacoli ed eventi multimediali. Il Centro Pecci vanta una collezione unica in Italia con oltre 1.000 opere dei principali artisti internazionali: da Anish Kapoor a Jan Fabre, da Jannis Kounellis a Sol LeWitt, così come dei grandi italiani del secolo scorso, come Mario Merz o Michelangelo Pistoletto.
Per garantire la giusta valorizzazione di questo patrimonio, all’inizio degli anni Duemila il Centro Pecci ha deciso di raddoppiare la superficie espositiva e, allo stesso tempo, di ristrutturare l’edificio originario di Gamberini, che ormai presentava alcuni aspetti critici e obsoleti.
I lavori di ampliamento, sostenuti dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana attraverso i Fondi Europei, sono iniziati nel 2006 e sono stati incentrati sulla costruzione di una nuova ala dal forte impatto architettonico, collegata alla sede originaria, di cui nel frattempo sono stati riqualificati e potenziati funzioni e servizi. L’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia ha supportato la nascita del nuovo edificio.
ll complesso, a conclusione dei lavori, si estende su una superficie di quasi 10.000 metri quadrati.