Il Fabbricone nasce alla fine dell’Ottocento, nell’epoca in cui a Prato spuntano i primi stabilimenti industriali e fin da subito diventa la più grande fabbrica della città. Venne fondato nel 1889 nelle campagne a Nord della città di Prato dalla ditta austro-tedesca Kössler-Mayer, distinguendosi non solo per le enormi dimensioni (circa 23.000 mq) ma anche per il numero di organico: all’apertura si contavano 900 operai, nel 1927 oltre 1200, fino ad arrivare ai 1500 del 1939. Dal punto di vista architettonico era all’avanguardia (prima applicazione in città di una copertura a shed in legno su colonne in ghisa) e la costruzione si configurava come un insieme di corpi fabbrica scanditi da aperture simmetriche regolari, circondati da alti muri di confine che ricordavano una città fortificata.
Fin da subito è riconosciuta come la più grande fabbrica di tessuti, in cui al suo interno se ne realizzavano tutte le fasi di lavorazione, tranne quella della filatura, fino a quando non venne creato l’apposito reparto negli anni Trenta. Dopo la guerra, i proprietari austriaci vennero allontanati per poi ritornare nel 1922, fino al definitivo abbandono avvenuto 5 anni dopo per lasciare spazio alla società anonima “Il Fabbricone Lanificio Italiano”, retta da un Consiglio di Amministrazione. Nel 1960 la gestione passò prima all’IRI e poi all’ENI, fino alla metà degli anni Settanta quando fu acquistato dagli attuali proprietari, la famiglia pratese Balli che continua tutt’oggi l’attività produttiva in una parte dei locali.