Era l'epoca della lirica e in città era da poco arrivata l'invenzione dei fratelli Lumière. I giardini venivano trasformati in arene all'aperto e si sentiva l'esigenza di un teatro di moderna concezione, che offrisse spettacoli di livello, ma che fosse per tutti e non solo d'élite. Il progetto del Teatro Politeama nacque in questo contesto agli inizi del Novecento.
A volere il più grande teatro che si fosse mai visto dove poter nutrire lo spirito dopo il lavoro nell'allora fiorente industria tessile, fu Bruno Banchini un pratese che aveva fatto successo e enormi fortune come giocatore di "pallone al bracciale", sport che andava per la maggiore in Italia per tutto l’Ottocento, un po' come il calcio odierno.
Nel 1906 il Banchini acquistò palazzo Leonetti nella centralissima via Garibaldi ed avviò i lavori.
Furono necessari undici anni per la costruzione e notevoli investimenti in quanto l'edificio era talmente vasto che, per realizzare la copertura, bisognò cercare a Roma tecniche e materiali innovativi.
Su progetto del giovane ingegner Pier Luigi Nervi, tra i precursori dell'uso del cemento armato in Italia, venne realizzata la galleria di grande impatto visivo e l'imponente cupola con una botola apribile grazie a due mezzi emisferi movibili elettronicamente.
Il teatro, che poteva ospitare oltre 3000 persone, fu inaugurato con la Tosca di Puccini nel 1925. In ottant’anni di storia ha ospitato non solo la grande opera lirica, ma ogni genere di spettacolo, dalla prosa al cabaret, dai grandi concerti sinfonici alla musica leggera e al cinema, come anche ogni evento ricreativo legato alla città: dalla festa di carnevale agli incontri di boxe.