Nel XII Prato era la città delle sessanta torri; il centro storico era dominato quasi interamente da edifici con prospettive verticali dalle facciate austere. Piccole finestre, stretti porticati, feritorie e buche pontaie caratterizzavano l’estetica urbana. Le case torri dominavano e difendevano Prato; funzionavano da abitazioni e da torri di avvistamento in caso di eventi bellici. La struttura era rivestita d’intonaco oppure con muraglie a faccia vista; il prospetto si distingueva facilmente per un piglio arcigno e ardito. Le case torri appartenevano alle antiche consorterie magnatizie e prolificavano in una Prato sempre di più a prospettiva verticale. Molte però erano le torri soggette a “scapitozzature” ovvero a demolizioni. La realtà , infatti, era quella inserita nelle vicende delle lotte fra le consorterie pratesi, guelfe o ghibelline, bianche o nere.
Così, le case torri dei vinti venivano sottoposte a parziale rovina; il Comune, in mano ai vincitori, vendeva sì le proprietà degli esuli, ma dopo che queste ormai avevano il segno della sconfitta. Nei periodi di governo popolare, questi fortilizi privati persero importanza e, in tempi più tranquilli, le torri furono trasformate in placide altane aperte sul panorama, oppure in colombaie.
Nel '500, infatti, le case torri superstiti erano già considerate nobili testimonianze storiche e motivo di civica fierezza. Se pure ridotte alla metà e persino ad un terzo dell'elevazione originaria, alcune torri sono comunque visibili; un esempio è l’attuale Palazzo Pretorio ed altre sono concentrate in Corso Mazzoni, Via Garibaldi e nel vicolo Buonconti.
Girando nel centro storico, è facile alzare lo sguardo ed imbattersi in una delle case torri ancora visibili. L’ambientazione e l’atmosfera del 1300 rieccheggiano dai profili austeri delle vecchie strutture presenti; immediato sarà un viaggio nel tempo in una Prato immersa nella piena storia medioevale.