Itinerari:
Prato natura

Il Bisenzio e la sua valle

Valle del Bisenzio

Il punto di contatto tra l’ambiente urbano e quello naturale

L’origine del fiume Bisenzio, che dalla Val di Bisenzio attraversando Prato, si getta nell’Arno, è un mistero non ancora del tutto chiarito: non sappiamo ancora con certezza dove siano situate le sue sorgenti. Il Bisenzio (dal latino Bis Entius, “acque che scorrono insieme”) nasce dalla confluenza e unione di altri corsi d’acqua, ed Emilio Bertini, escursionista e geografo pratese di fine Ottocento, collocò la sorgente del fiume al Mulin della Sega, dove confluiscono le acque del Trogola e del Baccuccio; una indagine più recente ha posizionato invece l’origine del fiume più a monte, alla confluenza del rio Trogola e del Fosso delle Barbe, alla base del Poggio Vespaio.

TestoPerSpazioTestoPerSpazioTestoPerSpazioTestoPerSpazioTestoPerSpazioTestoPerSpazioTestoPerSpazioTestoPerSpazio Del Bisenzio si occupò anche Galileo Galilei che, consultato dal Granduca di Toscana Ferdinando II dei Medici, per un proprio parere riguardo a possibili opere ingegneristiche per contenere le continue tracimazioni del fiume così scrisse: “Dirò solo, per concludere qualcosa intorno alla deliberazione da prendersi per il restauro del fiume Bisenzio, che io inclinerei a non lo rimuovere del suo letto antico ma solo a nettarlo, allargarlo, e, per dirlo in una parola alzar gli argini dove trabocca e fortificarli dove rompe”.

Il fiume ha rappresentato, per la Valle che attraversa e che prende il suo nome e per la città, una grande ricchezza, sulle sue sponde sono stati costruiti nel corso dei secoli numerosi mulini che sfruttando la forza idraulica del fiume, ancora oggi macinano grani pregiati e castagne, e importanti fabbriche e agglomerati industriali come quello della Briglia, sui quali si sono stratificati quasi tre secoli di storia produttiva: nel Settecento sorse la cartiera più grande d’Italia ad opera del cartaio genovese Clemente Ricci, dopo circa 100 anni la cartiera fu trasformata in una fonderia di rame.

Bisenzio a Prato
Parco del Bisenzio

Nel 1882 l’imprenditore Beniamino Forti trasformò il complesso in opificio tessile dando il via alla trasformazione di tutta la zona che ben presto divenne la “città fabbrica” delle industrie tessili a ciclo completo. Il fiume Bisenzio non ha segnato solo la storia produttiva della Vallata e della città ma anche la sua vocazione ambientalista e l’amore e il rispetto per la natura testimoniata dai numerosi parchi e aree verdi attrezzate, realizzate lungo il corso del fiume: il Parco fluviale dell’Albereta a Mercatale di Vernio, il Parco di Carigiola e le piste ciclabili che dalla Val di Bisenzio accompagnano il fiume fino a Campi Bisenzio.