La sperimentazione della telefonia di V generazione in Italia prende ufficialmente il via da Prato, città che si presta bene per le sue caratteristiche a testare il cosiddetto modello della “Città 5G”, in cui la tecnologia mette al centro il cittadino e abilita servizi innovativi in grado di migliorare la qualità della vita e del lavoro, come la telemedicina, la viabilità evoluta, la smart grid, l’evoluzione dell’industria manifatturiera e la realtà aumentata.
La sperimentazione durerà 4 anni e avrà come protagonisti Open Fiber e Wind Tre, le due aziende che si sono aggiudicate lo scorso settembre l’assegnazione delle frequenze per la sperimentazione 5G nelle città di L’Aquila e Prato.
Il modello “neutral host” di Open Fiber a Prato
La strada per il 5G, come suggerisce l’hashtag ufficiale dell’evento #Roadto5G, parte quindi da Prato, dove Open Fiber sperimenterà un nuovo modello di rete detto “neutral host” o accesso aperto.
Nel modello Open Fiber il neutral host (ossia il proprietario dell'infrastruttura) sviluppa e gestisce la rete e offre capacità di rete ai diversi service provider 5G, che possono essere Operatori di TLC retail, OTT, Industrie, la stessa Pubblica amministrazione locale. L’obiettivo finale è offrire servizi evoluti al cittadino e all’impresa grazie alla collaborazione tra il neutral host, le pubbliche amministrazioni e le imprese. Il 5G infatti non è una semplice evoluzione delle attuali reti mobili , ma una nuova tecnologia che porterà nuove possibilità sia in termini di rete che di servizi, spingerà le aziende ad implementare nuovi modelli di business e richiederà a tutti gli attori un’evoluzione organizzativa.