Gli Affetti Collaterali sono difficili da scollarsi di dosso, soprattutto perchè nessuno vuole farlo: per
essere contagiati da questa insopprimibile malattia l'indirizzo è Via di Vergaio 63/B. Il suo nome è
KolAm. E' un pò in stile Isola che non c'è. Da fuori non diresti mai che in quel capannone c'è un Teatro con annessa Scuola > Scuola di Teatro, Scuola di Arti Marziali (TaiJi quan), Burlesque, Danza, Tessuti Aerei e la nuova nata Scuola Rock per bambini.
Invece c'è, ed è un bene che ci sia, perchè al KolAm viene espresso l'amore per la Vita insieme ad uno stormo di persone libere lanciate alla ricerca di sorrisi e immagini forti, capaci di spezzare le catene di questi giorni grigi, “di uscire dalla valle dell'ombra”, vigorosi nel singolo, solidi nell'unione di un gruppo abile e duttile che si sostiene a vicenda, per innalzare l'unica bandiera che non discrimina nessuno, ne per la sua cultura, pelle o abilità, la bandiera del fare Arte che al KolAm trova espressione ed armonia.
Il KolAm esiste perchè l'arte esiste, e l'arte esiste perchè nasce dal bisogno di indipendenza e libertà delle persone. E tutti i lunedì pomeriggio, dalla Scuola Rock, entrano ed escono ragazzini felici di aver scoperto la musica e chi erano i Pink Floyd e che, a casa, potranno curiosare fra i dischi dei genitori.
La parola KolAm indica una forma d'arte indiana praticata dalle donne. Sono disegnati con la
farina di riso bianca e colorata, sono linee che si intrecciano e chiedono alle divinità benevole di
proteggere la casa, indicando la devozione dei suoi abitanti. Ed è un disegno in continua evoluzione, come in continua evoluzione sono le attività dello spazio.
Ogni tipo di arte praticata è funzionale allo sviluppo delle capacità emotive, fisiche e creative per dare forma alle capacità individuali di ognuno in uno spazio adatto ad accoglierle, che non giudica ma si limita ad osservare e, nel caso, a guidare.